Ripartito il sistema che punisce chi supera i limiti di velocità.
Dal 27 luglio 2018 sono stati riattivati i Tutor, per il momento su 22 tratte autostradali.
Erano spenti dallo scorso maggio (fino ad allora erano attivi su oltre 2.500 km di strade),
da quando la Corte d'Appello di Roma ha dato ragione alla Craft, piccola azienda di Greve in Chianti, alla quale, secondo i giudici, Autostrade avrebbe rubato il brevetto.
Un contenzioso che è andato avanti dal 2006.
Nel 2012 la Cassazione aveva rinviato la causa alla Corte d'Appello dopo che altri due gradi di giudizio avevano davano torto alla Craft. Nella sentenza che favorisce l’azienda, i giudizi hanno sottolineato che l'idea originaria era stata "pedissequamente riprodotta" da Autostrade,
adottando un sistema di rilevamento identico a quello ottico previsto dal brevetto toscano. Autostrade ha già fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza.
Ma ha dovuto spegnere il sistema, che non rilevava solo lo sforamento dei limiti in un singolo punto della rete, ma anche la velocità media su tratti lunghi tra 10 e 25 km, grazie all'installazione di sensori e portali con telecamere.
I nuovi Tutor sono già ripartiti con una serie di novità tecniche, a partire dall'indipendenza del software per il riconoscimento delle targhe.
Le 22 tratte Iniziali sono state individuate sulle principali direttrici e nei punti critici della rete autostradale. Poi, il sistema sarà implementato fino a coprire tutte le tratte dove era già in funzione.
Secondo Autostrade per l'Italia, il sistema ha ridotto del 70% il numero dei morti sulla rete autostradale, grazie ad una diminuzione del 25% della velocità di picco e del 15% di quella media.